La stregoneria è donna?
(Streghe, donne e Inquisizione)
articolo di Patrizia
Del Gatto
Donne
e stregoneria.
Su
questo argomento si potrebbero scrivere interi volumi, ed è stato fatto, qui mi
sono limitata a dare una traccia degli elementi principali di questo discorso
di ben più ampio respiro.
Da
sempre la figura della donna è stata legata, più di quella dell’uomo, alla
Natura e di conseguenza al soprannaturale, principalmente per la capacità delle
donne di donare la vita ma anche per il loro avvicinarsi alla Natura per
studiarne gli aspetti e ricavarne nozioni utili.
Fin
dalla Preistoria le donne si sono dedicate allo studio degli elementi naturali
e delle erbe per l’alimentazione, ma anche come cura e prevenzione delle malattie.
Come
sempre accade in ogni campo dello scibile umano, la conoscenza di una categoria
di persone genera paura in chi è ignorante e questo “sapere”, proprio
soprattutto ma non solo delle donne, ha portato a discriminazione e paura nei
confronti di chi lo possedeva.
<<Le streghe[1],
creature della notte dedite al male, sono spesso accomunate alle herbarie popolari, ovvero a quelle donne
che oggi definiremmo “guaritrici di campagna”, che incarnavano il ruolo di
medici, erboriste, levatrici, conciaossa e simili.>>[1]
Prima
ancora dell’avvento del Cristianesimo,
<<Nell’Esodo[2]
si afferma perentoriamente:
”Non lascerai vivere
colei che pratica la magia” (22,17)
E’ emblematico che
si ponga in evidenza il sesso femminile (colei) di chi è dedito all’arte
magica. In effetti nel più recente Talmund[3]
é detto:
“La maggior parte
delle donne sono familiari con la stregoneria” (Sanedrin, 67a)>>[1]
Con
l’avvento del Cristianesimo, poi,
<<Le antiche divinità pagane furono[…]
equiparate a Satana e ai demoni, secondo un metodo attuato da ogni religione
dominante nei confronti delle precedenti, o di quelle dissidenti.>> [1]
Cosi
si ebbe da una parte la demonizzazione di quelli che erano gli antichi culti e
dall’altra l’abile mossa di trasformare le ricorrenze e le festività delle
religioni sottomesse in festività cristiane, così come ad esempio l’imminente Sol Invictus, la festività del Sole che
sconfigge le tenebre[4], nata in
oriente[5] durante
i cui festeggiamenti, a mezzanotte i celebranti uscivano dal tempio acclamando
la vergine che aveva partorito il Sole.
Importata
la festività a Roma nel secondo secolo dopo Cristo, Aureliano consacrò il
tempio del Sol Invictus il 25 dicembre 274,
in una festa chiamata Dies Natalis Solis
Invicti, "Giorno di nascita del Sole Invitto”.
Con
queste premesse, ebbe inizio la persecuzione dei pagani, ossia di coloro che rifiutavano
di convertirsi alla religione Cristiana, uomini ma soprattutto donne. Questa
discriminazione è dovuta al fatto che la società del periodo era misogina, con
una sessuofobia portata all'estremo. Tutto ciò che era legato ai piaceri del
corpo era deprecabile in quanto bisognava aspirare ad uno stile di vita di
natura monastica, volto alla mortificazione del corpo.
Secondo
i teologi medievali, infatti, il termine «femmina» deriva da a fe et minus (sprovvista di fede - e
quindi più facile a cadere in tentazione); la donna era considerata da sempre
la tentatrice dell'uomo (basta vedere la figura di Eva nella Bibbia), colei che,
attraverso la lussuria e l'erotismo, precipita l'uomo tra le braccia di Satana.
Cecco
Angioleri, scrittore senese contemporaneo di Dante, scriveva:
<<La donna è radice, ramo e frutto di ogni male>>.
La
Chiesa da sempre condanna la magia e la stregoneria.
Le
persecuzioni iniziarono già nel 340 d.C. con le prescrizioni del Concilio di
Alvira che miravano a punire chiunque procurasse la morte con l’ausilio della
magia, e del Concilio di Ancira (314 d.C.) contro i praticanti della magia nera
ed il maleficio.
Successivamente
l'Editto di Rotari (643 d.C.) condannò le streghe e la stregoneria; le
considerava come donne che non possedevano alcun potere, ma che erano vittime
della loro stessa superstizione e di quella degli altri, considerandole quindi
alla stregua di semplici pazze.
In
seguito l’Editto di Liutprando (727 d.C.) pose maggiore attenzione sull’aspetto
eretico: i giuristi consideravano le streghe come “demoni femminili pagani,
dediti a rituali notturni ed ai rapimenti dei bambini per succhiar loro il
sangue”.
Uno
dei più famosi esempi della discriminazione delle donne detentrici di una
conoscenza considerata di esclusiva competenza degli uomini, è sicuramente
l’omicidio di Ipazia: matematica, astronoma e filosofa greca. Insegnante nella
Biblioteca di Alessandria d’Egitto e rappresentante della filosofia
neo-platonica pagana, Ipazia fu uccisa da parte di una folla di cristiani
fanatici[6], nel marzo
del 415 d.C.
Tuttavia,
fu nel rinascimento e non nel medioevo che le streghe e le herbarie iniziarono ad essere viste in maniera negativa.
Nel
1231, infatti, finì l’era in cui la strega veniva punita con la sola scomunica
ed iniziava l’epoca dei roghi.
Il
più antico documento in Italia in cui si indica con precisione l’esistenza di
un provvedimento giuridico contro le streghe è riferito a Orta.
Si
tratta del “Consilium” che Bartolo di
Sassoferrato inviò al vescovo di Novara Giovanni de Plotis e all’inquisitore di
quella città, perplesso sulla pena da infliggere ad una donna di Orta arrestata
e processata perché accusata di stregoneria. Il rogo della presunta
strega avvenne nel 1340.
<<Esaminando i processi per stregoneria nei
quali è stato fatto uso di tortura si evince chiaramente che una grande parte
delle torture riservate alle presunte adepte di Satana sono di tipo sessuale.
La carne delle donne diviene il terreno ideale nel quale sfogare una misoginia
antica, che ha le sue radici [non cristiane N.d.A.] nel disprezzo per il corpo
femminile.
Anche Aristotele nel
de Generatione animalium [già 350 anni prima di Cristo
diceva – N.d.R.]:
“Come i figli dei padri
mutilati nascono a volte mutilati altre no, così i figli nati dalle donne sono
a volte femmine e altre, invece, maschi. La donna è, e sempre è stata, un
maschio mutilato, e la catatemia
(definita come “tributo femminile” alla procreazione) è seme, ma non allo stato
puro; c'è solo una cosa in lei che non può essere trovata: il principio
dell'anima”>>[1].
Il
Malleus maleficarum scritto dai
domenicani Sprenger e Institor (nominati da Innocenzo VIII “inquisitori della
Germania”) è il più celebre e diffuso manuale per la caccia alle streghe ed
ebbe quattordici edizioni fra il 1487 e il 1520 e altre venti fra il 1520 e il
1669.
Il
libro è diviso in tre parti: nella prima si definisce la stregoneria, si
dimostra la sua esistenza; nella seconda vengono analizzate, in dettaglio, le
varie forme di stregoneria e i modi in cui possono venire combattute (in
particolare, attraverso esorcismi); nella terza parte, infine, si parla delle
azioni giudiziarie contro la stregoneria (arresti, processi, torture, sentenze
e roghi). Nel testo si ritrova chiaramente l'identificazione fra la stregoneria
e la donna.
Le
donne rappresentano la stragrande maggioranza delle persone portate in giudizio
per stregoneria. La caccia alle streghe rappresentò il culmine dello spirito
antifemminista e sessuofobico, da secoli radicato nella cultura ecclesiastica:
il sesso viene dal diavolo e la donna è il suo ministro nell'opera di
tentazione.
Nel
testo del Malleus maleficarum vengono
indicati vari motivi per cui le donne sono maggiormente portate ad essere
superstiziose.
<<Il primo
motivo è che le donne tendono a essere credule, e siccome il diavolo cerca
sopra tutto di corrompere la fede, le aggredisce di preferenza. […].
Il secondo motivo è
che le donne per natura a causa della pieghevolezza della loro complessione
sono più facilmente impressionabili[…].
Il terzo motivo è
che hanno una lingua lubrica; quando sanno qualcosa per le loro male arti è
difficile che riescano a nasconderlo alle amiche e, siccome sono deboli,
cercano facilmente nelle stregonerie un mezzo per vendicarsi di nascosto[…].
Poiché le donne sono
difettose di tutte le forze tanto dell'anima quanto del corpo, non c'è da
meravigliarsi se operano molte stregonerie contro gli uomini, che esse vogliono
emulare.
Infatti, per quanto
riguarda l'intelletto e la comprensione delle cose spirituali, esse sembrano
appartenere a una specie diversa da quella degli uomini[…]. La ragione naturale
è che essa è più carnale dell'uomo, come risulta in molte sporcizie carnali. Si
può notare che c'è come un difetto nella formazione della prima donna, perché
essa è stata fatta con una costola curva, cioè una costola del petto ritorta
come se fosse contraria all'uomo. Da questo difetto deriva anche il fatto che,
in quanto animale imperfetto, la donna inganna sempre[…].
Già nella prima
donna è evidente che per natura ha minor fede[…]. E tutto questo è già
dimostrato dall'etimologia del nome. Infatti, "femmina" viene da
"fede" e "meno", perché ha sempre minor fede e la serba
meno[…].>>[5]
Il
Malleus accusa di stregoneria in particolar modo le herbarie, le curatrici e
le mammane, ossia le ostetriche che
si occupavano non solo di far nascere i bambini, ma anche in generale della
salute della donna e dei problemi della vita di coppia, accusandole di procurare
aborti.
Il
Malleus, infatti, dice:
<<Nessuno arreca più danni alla Chiesa delle
ostetriche>>. [5]
Queste,
infatti, erano donne solitamente anziane, spesso analfabete, che richiamavano
alla mente l’idea dell’immaginario collettivo della “brutta strega”,
soprattutto quando andava male qualcosa nelle loro pratiche mediche.
All’epoca
i medici visitavano i pazienti solo in compagnia di un prete e non prestavano
cure a chi non era battezzato o confessato, inoltre non toccavano mai un
malato, il cui corpo era considerato cosa impura. I medici erano spesso impotenti
di fronte alla malattia, non ne comprendevano le cause e non sapevano come
curarle, pertanto si limitavano a bollarle come causa di maleficio.
All'opposto le guaritrici, erano a conoscenza di rimedi naturali per ogni tipo di problema. Preparavano analgesici, calmanti, digestivi, ecc. ed erano pertanto malviste dai medici e quindi dalla classe più colta.
Il Malleus dice:
<<Ogni persona
di sesso femminile, che esercita la medicina, deve essere considerata una
strega e trattata alla pari di un’organizzatrice di sabba.>>
Bibliografia
[1]
Laura Rangoni - Liguria stregata
[2]
Bibbia – Vecchio Testamento, Esodo
[3]
Talmund – Sanedrin
[4]
Aristotele - de Generatione animalium
[5]
Sprenger e Institor - Malleus malefica rum
[6]
Ermanno Gallo - Il Marchio della Strega
[7]
Erica Jong – Streghe
[1]
Il termine italiano
"strega" discende dal latino "Strix" "Striges".
Strix
è il nome scientifico con cui si identifica una specie di uccelli notturni,
come gli Allocchi, perché si credeva che di notte raggiungessero i Sabba in
volo – N.d.R.
[4]
Corrispondente al Solstizio d’Inverno
[5]
Ce ne sono testimonianze in Siria, Egitto, ecc.