mercoledì 29 febbraio 2012

ARTICOLO - La stregoneria è donna?


La stregoneria è donna?
(Streghe, donne e Inquisizione)
articolo di Patrizia Del Gatto

Donne e stregoneria.  
Su questo argomento si potrebbero scrivere interi volumi, ed è stato fatto, qui mi sono limitata a dare una traccia degli elementi principali di questo discorso di ben più ampio respiro.

Da sempre la figura della donna è stata legata, più di quella dell’uomo, alla Natura e di conseguenza al soprannaturale, principalmente per la capacità delle donne di donare la vita ma anche per il loro avvicinarsi alla Natura per studiarne gli aspetti e ricavarne nozioni utili.
Fin dalla Preistoria le donne si sono dedicate allo studio degli elementi naturali e delle erbe per l’alimentazione, ma anche come cura e prevenzione delle malattie.
Come sempre accade in ogni campo dello scibile umano, la conoscenza di una categoria di persone genera paura in chi è ignorante e questo “sapere”, proprio soprattutto ma non solo delle donne, ha portato a discriminazione e paura nei confronti di chi lo possedeva.

<<Le streghe[1], creature della notte dedite al male, sono spesso accomunate alle herbarie popolari, ovvero a quelle donne che oggi definiremmo “guaritrici di campagna”, che incarnavano il ruolo di medici, erboriste, levatrici, conciaossa e simili.>>[1]

Prima ancora dell’avvento del Cristianesimo,
<<Nell’Esodo[2] si afferma perentoriamente:
”Non lascerai vivere colei che pratica la magia” (22,17)
E’ emblematico che si ponga in evidenza il sesso femminile (colei) di chi è dedito all’arte magica. In effetti nel più recente Talmund[3] é detto:
“La maggior parte delle donne sono familiari con la stregoneria” (Sanedrin, 67a)>>[1]

Con l’avvento del Cristianesimo, poi,
<<Le antiche divinità pagane furono[…] equiparate a Satana e ai demoni, secondo un metodo attuato da ogni religione dominante nei confronti delle precedenti, o di quelle dissidenti.>> [1]
Cosi si ebbe da una parte la demonizzazione di quelli che erano gli antichi culti e dall’altra l’abile mossa di trasformare le ricorrenze e le festività delle religioni sottomesse in festività cristiane, così come ad esempio l’imminente Sol Invictus, la festività del Sole che sconfigge le tenebre[4], nata in oriente[5] durante i cui festeggiamenti, a mezzanotte i celebranti uscivano dal tempio acclamando la vergine che aveva partorito il Sole.
Importata la festività a Roma nel secondo secolo dopo Cristo, Aureliano consacrò il tempio del Sol Invictus il 25 dicembre 274, in una festa chiamata Dies Natalis Solis Invicti, "Giorno di nascita del Sole Invitto”.

Con queste premesse, ebbe inizio la persecuzione dei pagani, ossia di coloro che rifiutavano di convertirsi alla religione Cristiana, uomini ma soprattutto donne. Questa discriminazione è dovuta al fatto che la società del periodo era misogina, con una sessuofobia portata all'estremo. Tutto ciò che era legato ai piaceri del corpo era deprecabile in quanto bisognava aspirare ad uno stile di vita di natura monastica, volto alla mortificazione del corpo.
Secondo i teologi medievali, infatti, il termine «femmina» deriva da a fe et minus (sprovvista di fede - e quindi più facile a cadere in tentazione); la donna era considerata da sempre la tentatrice dell'uomo (basta vedere la figura di Eva nella Bibbia), colei che, attraverso la lussuria e l'erotismo, precipita l'uomo tra le braccia di Satana.
Cecco Angioleri, scrittore senese contemporaneo di Dante, scriveva:
<<La donna è radice, ramo e frutto di ogni male>>.

La Chiesa da sempre condanna la magia e la stregoneria.
Le persecuzioni iniziarono già nel 340 d.C. con le prescrizioni del Concilio di Alvira che miravano a punire chiunque procurasse la morte con l’ausilio della magia, e del Concilio di Ancira (314 d.C.) contro i praticanti della magia nera ed il maleficio.

Successivamente l'Editto di Rotari (643 d.C.) condannò le streghe e la stregoneria; le considerava come donne che non possedevano alcun potere, ma che erano vittime della loro stessa superstizione e di quella degli altri, considerandole quindi alla stregua di semplici pazze.

In seguito l’Editto di Liutprando (727 d.C.) pose maggiore attenzione sull’aspetto eretico: i giuristi consideravano le streghe come “demoni femminili pagani, dediti a rituali notturni ed ai rapimenti dei bambini per succhiar loro il sangue”.

Uno dei più famosi esempi della discriminazione delle donne detentrici di una conoscenza considerata di esclusiva competenza degli uomini, è sicuramente l’omicidio di Ipazia: matematica, astronoma e filosofa greca. Insegnante nella Biblioteca di Alessandria d’Egitto e rappresentante della filosofia neo-platonica pagana, Ipazia fu uccisa da parte di una folla di cristiani fanatici[6], nel marzo del 415 d.C.

Tuttavia, fu nel rinascimento e non nel medioevo che le streghe e le herbarie iniziarono ad essere viste in maniera negativa.
Nel 1231, infatti, finì l’era in cui la strega veniva punita con la sola scomunica ed iniziava l’epoca dei roghi.

Il più antico documento in Italia in cui si indica con precisione l’esistenza di un provvedimento giuridico contro le streghe è riferito a Orta.
Si tratta del “Consilium” che Bartolo di Sassoferrato inviò al vescovo di Novara Giovanni de Plotis e all’inquisitore di quella città, perplesso sulla pena da infliggere ad una donna di Orta arrestata e processata perché accusata di stregoneria.  Il rogo della presunta strega avvenne nel 1340.

<<Esaminando i processi per stregoneria nei quali è stato fatto uso di tortura si evince chiaramente che una grande parte delle torture riservate alle presunte adepte di Satana sono di tipo sessuale. La carne delle donne diviene il terreno ideale nel quale sfogare una misoginia antica, che ha le sue radici [non cristiane N.d.A.] nel disprezzo per il corpo femminile.

Anche Aristotele nel de Generatione animalium [già 350 anni prima di Cristo diceva – N.d.R.]:
“Come i figli dei padri mutilati nascono a volte mutilati altre no, così i figli nati dalle donne sono a volte femmine e altre, invece, maschi. La donna è, e sempre è stata, un maschio mutilato, e la catatemia (definita come “tributo femminile” alla procreazione) è seme, ma non allo stato puro; c'è solo una cosa in lei che non può essere trovata: il principio dell'anima”>>[1].

Il Malleus maleficarum scritto dai domenicani Sprenger e Institor (nominati da Innocenzo VIII “inquisitori della Germania”) è il più celebre e diffuso manuale per la caccia alle streghe ed ebbe quattordici edizioni fra il 1487 e il 1520 e altre venti fra il 1520 e il 1669.
Il libro è diviso in tre parti: nella prima si definisce la stregoneria, si dimostra la sua esistenza; nella seconda vengono analizzate, in dettaglio, le varie forme di stregoneria e i modi in cui possono venire combattute (in particolare, attraverso esorcismi); nella terza parte, infine, si parla delle azioni giudiziarie contro la stregoneria (arresti, processi, torture, sentenze e roghi). Nel testo si ritrova chiaramente l'identificazione fra la stregoneria e la donna.
Le donne rappresentano la stragrande maggioranza delle persone portate in giudizio per stregoneria. La caccia alle streghe rappresentò il culmine dello spirito antifemminista e sessuofobico, da secoli radicato nella cultura ecclesiastica: il sesso viene dal diavolo e la donna è il suo ministro nell'opera di tentazione.
Nel testo del Malleus maleficarum vengono indicati vari motivi per cui le donne sono maggiormente portate ad essere superstiziose.
<<Il primo motivo è che le donne tendono a essere credule, e siccome il diavolo cerca sopra tutto di corrompere la fede, le aggredisce di preferenza. […].
Il secondo motivo è che le donne per natura a causa della pieghevolezza della loro complessione sono più facilmente impressionabili[…].
Il terzo motivo è che hanno una lingua lubrica; quando sanno qualcosa per le loro male arti è difficile che riescano a nasconderlo alle amiche e, siccome sono deboli, cercano facilmente nelle stregonerie un mezzo per vendicarsi di nascosto[…].
Poiché le donne sono difettose di tutte le forze tanto dell'anima quanto del corpo, non c'è da meravigliarsi se operano molte stregonerie contro gli uomini, che esse vogliono emulare.
Infatti, per quanto riguarda l'intelletto e la comprensione delle cose spirituali, esse sembrano appartenere a una specie diversa da quella degli uomini[…]. La ragione naturale è che essa è più carnale dell'uomo, come risulta in molte sporcizie carnali. Si può notare che c'è come un difetto nella formazione della prima donna, perché essa è stata fatta con una costola curva, cioè una costola del petto ritorta come se fosse contraria all'uomo. Da questo difetto deriva anche il fatto che, in quanto animale imperfetto, la donna inganna sempre[…].
Già nella prima donna è evidente che per natura ha minor fede[…]. E tutto questo è già dimostrato dall'etimologia del nome. Infatti, "femmina" viene da "fede" e "meno", perché ha sempre minor fede e la serba meno[…].>>[5]

Il Malleus accusa di stregoneria in particolar modo le herbarie, le curatrici e le mammane, ossia le ostetriche che si occupavano non solo di far nascere i bambini, ma anche in generale della salute della donna e dei problemi della vita di coppia, accusandole di procurare aborti.
Il Malleus, infatti, dice:
<<Nessuno arreca più danni alla Chiesa delle ostetriche>>. [5]
Queste, infatti, erano donne solitamente anziane, spesso analfabete, che richiamavano alla mente l’idea dell’immaginario collettivo della “brutta strega”, soprattutto quando andava male qualcosa nelle loro pratiche mediche.

All’epoca i medici visitavano i pazienti solo in compagnia di un prete e non prestavano cure a chi non era battezzato o confessato, inoltre non toccavano mai un malato, il cui corpo era considerato cosa impura. I medici erano spesso impotenti di fronte alla malattia, non ne comprendevano le cause e non sapevano come curarle, pertanto si limitavano a bollarle come causa di maleficio.

All'opposto le guaritrici, erano a conoscenza di rimedi naturali per ogni tipo di problema. Preparavano analgesici, calmanti, digestivi, ecc. ed erano pertanto malviste dai medici e quindi dalla classe più colta.

Il Malleus dice:
<<Ogni persona di sesso femminile, che esercita la medicina, deve essere considerata una strega e trattata alla pari di un’organizzatrice di sabba.>>

Bibliografia
[1] Laura Rangoni - Liguria stregata
[2] Bibbia – Vecchio Testamento, Esodo
[3] Talmund – Sanedrin
[4] Aristotele - de Generatione animalium
[5] Sprenger e Institor - Malleus malefica rum
[6] Ermanno Gallo - Il Marchio della Strega
[7] Erica Jong – Streghe


[1] Il termine italiano "strega" discende dal latino "Strix" "Striges".
Strix è il nome scientifico con cui si identifica una specie di uccelli notturni, come gli Allocchi, perché si credeva che di notte raggiungessero i Sabba in volo – N.d.R.
[2] Vecchio Testamento - N.d.R.
[3] è uno dei testi sacri dell' Ebraismo: diversamente dalla Torah, il Talmud è riconosciuto solo dall' Ebraismo – N.d.R.
[4] Corrispondente al Solstizio d’Inverno
[5] Ce ne sono testimonianze in Siria, Egitto, ecc.
[6] per alcuni autori composta da monaci detti paraboloni – N.d.A.

LIBRI e scrittori - I miei preferiti

Ciao a tutti,
in questa sezione del Blog non farò delle recensioni di libri letti (d'altra parte, chi sono io per giudicare!)
ma vi offrirò delle proposte di lettura.

In questo primo post non vi parlerò di un romanzo in particolare ma desidero consigliarvi quelli che sono i miei libri e scrittori preferiti.

Per primo Stephen King, lo "zio Steve". Non tutti i suoi romanzi sono dei capolavori ma sa come sedersi a fianco del suo Fedele Lettore e raccontargli una storia.

La saga di Harry Potter con cui J. K. Rowling ha saputo incantare generazioni di lettori creando un universo magico ma quanto mai realistico.

Dean R. Koontz con Sussurri.

La saga di Twilight di Stephenie Meyer
che mi ha incatenato per cinque giorni con i suoi quattro volumi.

Tra i libri romantici: I ponti di Madison County di Robert James Waller e i romanzi di Nicholas Sparks.


Angeli e Demoni di Dan Brown.

La città della gioia di Dominique Lapierre.

Se questo è un uomo di Primo Levi.

Scrittori più noti quali:
Michael Crickton, Robert Crais, Mark Billingam e l'eclettico James Patterson.
e romanzi meno meno noti:
La foresta incantata di Mary Stewart.
La ragazza e l'inquisitore di Nerea Riesco.
Il Segreto del Millennio di Katherine Neville.

Tra gli scrittori piemontesi: Mariangela Cerrino.

Sicuramente sono molti e molti altri i libri che ho letto e mi sono piaciuti, chiedo pertanto venia agli scrittori obliati e ai libri esclusi da questa lista sommaria. Presto altre proposte tematiche!

Qualcuno di voi li ha letti? Che ne pensate? Avete altri titoli da consigliare? Un saluto.

Al prossimo post: un articolo inedito che parla di stregoneria.

lunedì 27 febbraio 2012

RICETTA - Panna cotta

Ciao a tutti,
oggi vi propongo una ricetta semplicissima ma squisita.

Panna Cotta

Ingredienti
250 gr. di panna liquida da montare
40 gr. zucchero
1 bustina vanillina o una bacca di vaniglia
4 gr. di  gelatina alimentare in fogli, altrimenti detta colla di persce


Preparazione
Far ammollare i fogli di gelatina in acqua fredda per circa 20 minuti.
In un pentolino unire la panna, lo zucchero, la vanillina (se si è scelta la bacca di vaniglia occorrerà toglierla alla fine della preparazione) e i fogli di gelatina strizzati.
Portare ad ebollizione e far bollire tre minuti, mescolando sempre con un cucchiaio di legno.

Sul fondo dello stampo o degli stampini singoli potete mettere del caramello, del preparato al cioccolato per decorare i gelati o anche una coulis di frutta.


Ad esempio per una coulis di fragole:

Coulis di fragole

Ingredienti
100 g di fragole,
25 g di zucchero,
1 cucchiaino di succo di limone


Preparazione
Lavate le fragole, pulirle, frullarle insieme allo zucchero e al limone.
Filtrate il tutto attraverso un colino.




Tanti saluti,
alla prossima dolcezza!

domenica 26 febbraio 2012

venerdì 24 febbraio 2012

ANGOLO DELLA POESIA - Momenti

<< 
Ci sono momenti, anche banali, 
che restano incastonati nella nostra anima 
come pietre preziose 
e lì brillano, dando luce ai nostri ricordi. 

Ci sono persone, anche poco importanti, 
che non scorderemo mai 
anche se hanno attraversato le nostre vite 
per un breve battito di ciglia.
>>
Patrizia Del Gatto

mercoledì 22 febbraio 2012

RICETTA - Crostata alla marmellata

Ciao,
ecco per voi la prima ricetta.
Crostata alla marmellata



Ingredienti
Per la Pasta Frolla
3 uova a temp. ambiente
300 gr. farina
150 gr. burro
130 gr. zucchero
1/2 vasetto della marmellata preferita


Preparazione
Impastare velocemente, il burro non si deve scaldare troppo.
Lasciare riposare 30 minuti in frigorifero.
Stendere la pasta, farcirla ed infornare a 170* C per circa 30 min. finché la pasta non diventa dorata.

Tanti saluti,
alla prossima!

martedì 21 febbraio 2012

Ciao a tutti,
seguite la mia intervista on-line su
http://www.icaffeculturali.com/



A presto con il prossimo post:
una dolce ricetta classica per voi.

domenica 19 febbraio 2012

Angolo del mugugno


Come molte donne che conosco
[certo escluse quelle infami che mangiano tutto quello che vogliono, portano al massimo la taglia 40, non ingrassano di un etto neppure sotto le unghie e si premurano anche di ricordartelo tutte le volte che possono con quelle loro vocette:
-Stamattina a colazione ho mangiato tre croissant, per fortuna che non ingrasso!- e intanto pensi che TU ingrassi anche solo a pronunciare la parola croissant ma non dici niente perché quasi quasi senti sulla lingua il sapore della pasta frolla al burro che ti si scioglie in bocca ancora calda.]
Io sono sempre a dieta. Be' sì insomma, per quanto può esserlo una donna terribilmente golosa con la passione per la cucina, quindi, direi che sono sempre a dieta almeno sulla carta o magari da domani o meglio da lunedì, se si avvicina il fine settimana.

Dopo aver perso ben 2 etti, In un impeto di autostima ho anche comprato una nuova bilancia elettronica ultimo modello: di quelle con la vocina che ti dice il peso.
La commessa l’ha premuta con la mano e quella ha scandito con voce allegra “Il tuo peso è di DUE Kg”.
La porto a casa, la mattina dopo faccio per salirci sopra e quella si sposta.
-Dove vai?- le ho intimato con tono autoritario.
Alzo il piede e quella si sposta un altro po’. Allora prendo lo slancio e “zac” ci salto sopra a piè pari. Chiudo gli occhi in attesa del verdetto e sento una vocetta flebile arrivare da sotto i piedi:
“Pietà!”

venerdì 17 febbraio 2012

Incipit "Strega"


Prologo
L’aria era immota. L’erba sottile, di un verde brillante, formava un morbido tappeto costellato da miriadi di goccioline di rugiada che luccicavano al Sole come se il prato fosse un cielo stellato. La terra era oscurata dall’esercito dalle corazze brunite di Xaire che guidava la guarnigione di Kena dalle armature scintillanti. Quel giorno per la prima volta i due eserciti, così diversi tra loro, erano schierati di fronte a uno stesso nemico. I mercenari mediorientali di Xaire, con i loro occhi leggermente a mandorla e le spade scure dalla lama ricurva e tozza e i soldati dell’esercito regolare di Kena, con i lunghi capelli sotto gli elmi appuntiti e gli occhi chiari, parlavano due lingue diverse ma questo non aveva alcuna importanza dal momento che ognuno di loro avrebbe ubbidito solo al proprio capo.
I due sovrani stavano l’uno accanto all’altro davanti alla porta principale del castello, Sigfrido di Kena sul suo arabo bianco e Roderigo di Xaire su uno stallone nero, protetto da una corazza uguale a quella del suo cavaliere.

Etienne, il Principe di Peringord, pensò alle sue donne e al suo popolo. Guardò l’esercito schierato sulle mura della fortificazione e dietro al portone chiedendosi quanto a lungo avrebbe resistito. Si voltò a fissare la moglie sul balcone del mastio, con l’arco in pugno e la faretra posata alla balaustra in marmo di fronte a lei. Zaìra e la sua guardia personale, composta tutta di giovani donne, si erano schierate alla retroguardia dei loro uomini, armate dei lunghi archi. Stavano pensando entrambi alla stessa cosa. Se Primrose, Principessa di Peringord e madre di Zaìra, non avesse portato via con sé la pietra prima di partire e di essere uccisa ad Ara, allora ‘forse’ loro avrebbero avuto una possibilità ma in quelle circostanze di inferiorità numerica e senza essere riusciti a chiedere aiuto a nessun sovrano dei regni vicini, Etienne non si faceva molte illusioni sull’esito della battaglia.

Nella torre più alta del castello, quella a pianta circolare da sempre riservata alle donne, Neva guardava la propria immagine riflessa in un antico specchio. L’eredità che Primrose le aveva lasciato era assai più grave di quanto lei, con tutti i suoi anni, fosse propensa ad accettare ma sapeva di non avere mai avuto scelta. Primrose non era stata solo la sua più grande amica ma anche una delle streghe più potenti che fossero mai esistite e sapeva che, se aveva deciso di lasciare la pietra a lei e non alla sua legittima erede, doveva aver avuto senz’altro dei buoni motivi. Probabilmente aveva avuto un presagio della sventura che si era abbattuta quel giorno su Peringord ma questo lei non
avrebbe mai potuto saperlo perché Primrose aveva portato con sé i suoi segreti nell’altra vita.
Nascose la pietra nel corsetto e infilò la cotta di maglia sul suo corpo di sessant’enne, poi sciolse la crocchia e lasciò la lunga treccia grigia libera di scenderle lungo le spalle. Mentre compiva la sua discesa svolgendosi, la treccia
cambiò, riprendendo il colore corvino che aveva avuto tanti anni prima. La donna si guardò nello specchio. Grazie alla sua esperienza, per quella battaglia assunse il corpo di una trentenne. Pensò che aver evocato quella magia così
complessa la avrebbe spossata enormemente ma in quel momento poteva attingere al potere della pietra e niente avrebbe potuto fermarla.
Prese una spada sottile, il suo arco e scese nella sala del trono, determinata a combattere per il suo principe.
Vide la bambina immobile al centro della sala e le sfiorò una spalla, indicandole in silenzio la parete dietro al trono. La guardò scomparire dietro l’arazzo e si chiese se lei l’avesse riconosciuta. Non pensava che qualcuno avrebbe potuto collegare la donna anziana e saggia con la giovane guerriera in cui era stata tramutata per assolvere il suo compito in quella giornata così delicata per Peringord.

Sigfrido e Roderigo si scambiarono uno sguardo di intesa poi si separarono portandosi ognuno alla testa del proprio schieramento.
Roderigo di Xaire alzò la spada e la abbassò con un lento movimento del braccio mentre i suoi neri mercenari prorompevano in un terrificante urlo di battaglia, lanciandosi all’attacco del castello di Peringord.

Parte Prima
Capitolo Uno
Il cielo oltre le montagne a oriente cominciava a tingersi di rosa e la vallata era ancora immersa nella quieta oscurità della notte che celava agli occhi degli uomini i segni degli atroci delitti che vi erano stati commessi.
Le porte vennero aperte da soldati intirizziti che attendevano solo il cambio della guardia. Presto il castello si sarebbe destato con il suo coro di lamentele e imprecazioni. Una ragazzina d’una decina d’anni, con lunghi capelli biondi come il grano maturo, stava attraversando la bassa corte del castello. I suoi piedi scalzi non producevano alcun rumore sulla strada lastricata e i suoi grandi occhi…

mercoledì 15 febbraio 2012


Ciao a tutti,
se sono riuscita ad incuriosirvi e ne volete sapere di più, potete visualizzare la pagina dedicata al mio romanzo e lasciare un commento.
Sia nel caso in cui l'abbiate letto e vogliate lasciare la vostra opinione, ma anche se vorreste maggiori dettagli in merito.


http://librimugugnocioccolato.blogspot.com/p/strega-di-patrizia-del-gatto.html

A presto, con il prossimo aggiornamento. 
Tornate per scoprire se si tratta di una recensione di un libro, di una ricetta o di un infuocato "mugugno".

ciao
Patrizia


lunedì 13 febbraio 2012

"Strega" di Patrizia Del Gatto


 Il primo libro di cui voglio parlare è, ovviamente, il mio romanzo dal titolo "Strega" edito da Silele Edizioni.
Si tratta di un romanzo fantasy con molti riferimenti storici.
E' una storia di guerra, perché proprio con una battaglia si apre il romanzo, ma anche di stregoneria, di buoni sentimenti, di amore, non solo verso la persona amata ma soprattutto verso la propria patria. Infatti l'elemento centrale del racconto è l'amore della Principessa per il proprio popolo, per cui sarebbe disposta a rinunciare a tutto, perfino all'amore o alla propria vita pur di renderlo libero.

Per prima cosa un po' di storia:
il diritto al mugugno, ossia a lamentarsi mentre eseguivano gli ordini, era appannaggio dei marinai liguri. 
In particolare chi lavorava sulle navi poteva scegliere tra una paga migliore ed il diritto di mugugnare.
Al giorno d'oggi che di aumenti di stipendio non se ne parla neppure, non ci resta che il sacrosanto diritto di mugugnare.