la FIAT (Fabbrica Italiana Automobili Torino) ufficialmente non c'è più ma, qui a Torino, ne avevamo avuto sentore già da un po'. Nonostante le macchine tutte coperte si telo nero (anche i fari in piena notte!) che si aggirano per le strade di Mirafiori, probabilmente alla ricerca dell'imbocco della tangenziale per l'Olanda.
Adesso la FIAT si chiama FCA (Fiat Chrysler Automobiles).
I politici dicono di non preoccuparsi. Che anche CNH (acronimo di "Case-Newholland") ha da sempre sede legale in Olanda... sarò che si capiva anche dal nome?
Chissà che decidano di spostare anche la Juve?
Direi che il problema non sta tanto nel fatto che Marchionne & Co. se ne vanno in Olanda o in Inghilterra (se pensate che conviene spostare la sede di un'azienda in Inghilterra, con la sterlina, allora direi che la cosa la dice lunga sulla pressione fiscale in Italia). Anche il fatto che i fratelli Elkann dicano di voler restare qui, anche se non è chiaro a fare cosa, visto che tutti gli altri se ne vanno, non è che ci conforti molto.
Il problema, cari politici, è che le fabbriche chiudono, i posti di lavoro calano in maniera esponenziale e voi pensate solo ad aumentare le tasse di chi lavora ancora per supplire a tutti quelli che non lavorano o, peggio (per loro e per noi) sfruttano gli ammortizzatori sociali.
A tal proposito vi linko un articolo de La Stampa sulla ex-Bertone:
http://www.lastampa.it/2014/01/30/economia/maserati-lorgoglio-operaio-limportante-lavorare-tutti-jxdS0jaHbpGlLrezjNOWUP/pagina.html
Questo quello che dice un operaio dando voce a tutti noi:
«Sono fortunato - dice - mi hanno richiamato ad ottobre. C’è lavoro. Ho un contratto a tempo indeterminato. Ma Marco è ancora in cassa integrazione a 780 euro. Lavora solo tre giorni al mese a Mirafiori per la Mito. A nessuno piace fare il parassita, sopravvivere con i soldi dello Stato. Ecco cosa mi fa sentire in colpa: io sì, lui no. Allora, quello che voglio dire in un giorno così importante, è soltanto questo: per me va tutto bene, il polo del lusso, l’America, una nuova sede. Purché Marco e tutti gli altri tornino presto a lavorare».
Poi fate pubblicare sui giornali articoli che dicono che i giovani tedeschi sono precari, lavorano poco ogni tanto e ne sono tanto felici! Ok. Allora, ogni quanto poco lavorano? Si vede che i tedeschi si divertono all'idea di non poter fare un progetto di vita o di non sapere se il mese prossimo avranno ancora un lavoro oppure saranno costretti a perdere la casa e ad andare a fare l'elemosina. Questione di cultura, ognuno si diverte come vuole!
Ma non è che i politici dicono di non preoccuparsi perché tanto sanno che i loro posti di lavoro non sono in pericolo, sanno di poter attingere al pozzo finché ce n'é e che, quando sarà finito, avranno accumulato abbastanza per loro e per i loro eredi?!
Un saluto a domani
c'ho un altro bel mugugno proprio in gola
e poi, nei prossimi giorni,
altre buone ricette.
Ciao
Patrizia
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