Monti ha affermato che si vede la luce all'uscita del tunnel.
Certo, probabilmente per lui che farà bella figura davanti ai suoi colleghi ed amichetti di tutta Europa, ricevendone un plauso.
Forse anche per i suoi amici delle banche e per tutti i politici e parlamentari che prendono stipendi sopra i 10.000 € e non hanno spese.
Ma la povera gente, la gente del ex-ceto medio basso: operai, impiegati, la luce non la vedranno per molti e molti anni, forse mai.
Ma perché il caro premier, prima di fare affermazioni idiote non sfoglia un quotidiano o si fa un giro nelle zone industriali del torinese?
Ormai le fabbriche sono quasi tutte chiuse: operai e impiegati sono in cassa integrazione, in mobilità o a fare presidio davanti a fabbriche e fabbrichette che chiudono e falliscono.
Alla gente del popolo frega poco dell'euro e dello spred. Coniamo pure una nuova moneta, una piccola monetina di rame e chiamiamola "poveretto", ogni 100 poveretti possiamo coniare un "tozzo" di pane ed ogni 1.000 un "litro" di benzina.
Quando si decideranno ad obbligare le ditte italiane a produrre il loro "made in Italy" in Italia? Oppure a scrivere sui loro prodotti di gran marca "prodotto in PRC" o ancora "prodotto in Italia da operai stranieri tenuti in condizioni di schiavitù".
Dal momento che il Gran Libro delle Barzellette recita che "L'Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro", tutto quello che chiediamo è il diritto ad un lavoro stabile che garantisca uno stipendio minimo che permetta ad un lavoratore di poter condurre una vita dignitosa.
E la donna dalla lacrima facile ha poco da lamentarsi se anche gli altri pretendono ciò che lei e la sua famiglia hanno: la stabilità economica di sapere che ogni mese si sarà in grado di pagare le bollette, di comprare da mangiare e di pagare le cifre esorbitanti per la sanità in caso di malattia.
Portiamo ad esempio l'Ilva di Taranto: la fabbrica della morte che uccide e inquina. Per la quale il governo tecnico ha messo a disposizione 336 milioni di euro: ma per fare cosa? Verranno davvero usati affinché la fabbrica non sia più fonte di inquinamento e per permettere agli operai e a chi abita nelle vicinanze una vita dignitosa? Con una cifra del genere potrebbero altresì chiudere la fabbrica e far vivere di rendita per tutta la vita i dipendenti ma temo che, come troppo spesso accade, quei soldi spariranno nelle tasche di qualcuno e non saranno serviti a nulla!
Un saluto
alla prossima
Patrizia
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