domenica 23 ottobre 2022

RIMEMBRITUDINI - Io e l'asilo


Ciao a tutti,
oggi inauguro una nuova sezione del blog che ho intitolato con un neologismo: "Rimembritudini", uno spaccato di ricordi a dimostrazione di come si può essere disagiati per tutta una vita intera senza quasi accorgersene.

Mia mamma era casalinga, per cui sono approdata soltanto a cinque anni alla scuola materna, all'epoca si diceva ASILO; i bambini piccoli venivano trattati da bambini piccoli e nessuno cercava di responsabilizzarli o illuderli dicendogli che iniziavano ad andare a Scuola, se andavano in un posto dove giocavi, cantavi canzoncine cretine e poco altro. Tutte le mie amiche andavano e io? Non volevo andare? Come spiegare a mia mamma che non era una buona idea? D'altra parte avevo solo cinque anni! Se ne sarebbe accorta da sola.

Dell'asilo mi ricordo poche cose, anche perché la mia permanenza è durata circa tre mesi.

La prima cosa che mi viene in mente è che si mangiava sempre minestra, insalata e una sorta di merluzzo dei poveri. Quindi mi ricordo che all'asilo non mangiavo praticamente niente. Il mio ricordo è che ci fosse lattuga tutti i giorni, non so se fosse vero ma è così. La mente umana è strana ma mi pare addirittura di ricordare ancora il gusto di quell'insalata dopo quasi 45 anni!
All'epoca non mangiavo insalata, adesso la mangio ma la lattuga comunque cerco di evitarla perché non la digerisco: piuttosto datemi un panino con i crauti e carni equivoche preso dal sudicio che lo digerisco in poco tempo, ma la lattuga scondita: no.

Un'altra cosa che ricordo è che dopo il pranzo che non avevo praticamente consumato, volevano farmi fare il riposino. A me. Dormire. E mica ero morta! 
La cosa buffa è che adesso, non appena riesco a farmi una pennichella, soprattutto dopo un pranzo abbondante, non perdo l'occasione. Sono campionessa olimpica di pennichella, riesco a sognare in 15 minuti di sonno post-prandiale e mi sveglio in forma. A chi dice che si sveglia rincoglionito dopo la pennichella pomeridiana, svelo il segreto: come tutto, è solo questione di allenamento!
Comunque a quel tempo, pretendere che io dormissi al pomeriggio e in una stanza piena di altri bambini, era per me un affronto e quindi non solo riuscivo a dormire e mi rigiravo sulla brandina ma inevitabilmente parlavo per vedere se c'era qualcuno sveglio e mi mandavano in una stanza con dei giochi ed un ragazzino disabile che anche lui non riusciva a dormire ma ahimè neppure a comunicare con me.

Ma a parte: "il cibo non mi piace" e "quelle vogliono farmi dormire", penso che la mia corta permanenza all'asilo sia stata segnata da un evento in particolare.
Un pomeriggio giocavamo in cortile. Le mie amiche erano sul girello, una giostrina che all'epoca si trovava nei parchi giochi e serviva a farti venire la nausea mentre sperimentavi la forza centrifuga.
Arriva un bambino biondo che dice loro qualcosa del tipo che il girello era solo per i maschi. Ovviamente la femminista in erba che era in me e il mio senso della giustizia che tanta gastrite mi avrebbe procurato nel corso degli anni si sono subito ribellati e così gliel'ho date.
Non ricordo di essere stata punita da nessuno. All'epoca si era molto più omertosi e quello che succedeva in cortile, restava in cortile. Il cortile delle scuole della periferie era una sorta di Fight Club.
Però ricordo che la mia permanenza all'asilo non durò ancora a lungo.


Un saluto,
alla prossima.
Patrizia 

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