Ciao a tutti,
ho deciso che uno dei luoghi di Copenaghen meritasse un approfondimento: il
Museo Nazionale Danese
si tratta di un museo veramente stupendo e ricco di oggetti particolari.
Ha diverse sezioni: preistoria, medioevo, rinascimento, monarchica (dal 1660 in poi), antichità classiche e medio oriente; una sala dedicata alla Groenlandia; una collezione etnografica; un gabinetto numismatico e una sezione dedicata ai più piccoli.
La sezione sulla Preistoria, la mia preferita, è articolata in Mesolitico, Neolitico, Età del Bronzo, Età del Ferro ed Età Vichinga.
Ecco alcuni dei pezzi esposti più degni di nota.
In particolare, nella prima sezione, vi consiglio di ammirare splendidi portafortuna, ornamenti e oggetti rituali alcuni in ambra e altri fatti con corna decorate con motivi geometrici.
Animaletti d'ambra |
La Ragazza di Egtved |
Spade per sacrifici rituali dell'età del bronzo |
Il carro solare di Trundholm (Solvognen in lingua danese) è un manufatto bronzeo risalente alla tarda Età del bronzo, realizzato col metodo della cera persa. Gli studiosi ritengono che il disco rappresenti Sól, una divinità solare della mitologia norrena, figlia di Mundilfœri e moglie di Glenr.
Il carro solare di Trundholm |
Lur - strumenti musicali a fiato dell'età del bronzo |
Inoltre il museo ha una ricca collezione di pietre runiche, tra cui la pietra runica di Snoldelev, la pietra runica di Tryggevælde e la pietra runica DR 216 di Tirsted.
Pietre runiche |
Si possono inoltre ammirare il Calderone di Gundestrup: un manufatto celtico di datazione incerta dal 3° sec. a.C. al 3° sec. d.C., costituito da un insieme di 13 pannelli d'argento e uno circolare che costituisce il fondo e un peso di 9 chilogrammi. Si pensa che sia stato portato in Danimarca, come trofeo e offerta rituale, forse dai Cimbri. In un pannello è rappresentato il dio Cernunnos, in un'altra placca è rappresentato Taranis, il dio della ruota.
L'Epitaffio di Sicilo: un documento musicale dell'antica Grecia, costituito da 12 righe di
testo, di cui 6 accompagnate da notazione alfabetica greca di una melodia
musicale frigia in otto misure, scolpite su una stele funeraria di marmo.
Ritrovato a Aydın, in Anatolia, nel 1883, la sua datazione varia dal II secolo
a.C. al II secolo d.C. e per questo può essere considerato il più antico brano
musicale completo, a differenza di numerosi e frammentari inni delfici scritti
nel 1400 a.C. circa.
Epigramma: “Un'immagine, la pietra, [io] sono; mi pone qui Sicilo, di un
ricordo immortale segno durevole”
Epitaffio: “Finché vivi, mostrati al mondo, non affliggerti per niente:
la vita dura poco.
Il tempo esige infine il suo tributo”
Dedica: “Sicilo a Euterpe”
I corni d'oro di Gallehus sono due corni costruiti in oro, uno più corto dell'altro, scoperti a Gallehus, a nord di Tønder nello Jutland meridionale, in Danimarca. I corni originali vennero rubati e fusi. Entrambi i corni erano fatti in oro puro e costituiti da anelli, ognuno coperto da figure saldate sugli anelli, con molte figure piccole scolpite tra quelle grandi. Queste figure rappresentano eventi della mitologia germanica o celtica non riportati da nessun'altra parte. Il corno più corto porta l’iscrizione “Io, Hlewagastir di Holt, feci il corno”.
Valchiria - souvenir portafortuna per il Ragnarok! |
Un saluto,
alla prossima.
Patrizia