Ciao a tutti,
vi sarà capitato di uscire in auto e ritrovarvi a pensare
che molti degli automobilisti attorno a voi la patente, invece di averla
ottenuta superando l'esame, se la siano disegnata da soli, dopo essere stati
bocciati più e più volte.
Automobilisti che vagano da una corsia all'altra, con l'aria
sperduta, indifferenti a tutto ciò che gli sta attorno; come sospinti dal vento
o forse a seconda del lato della cavità cranica toccata dall'unico neurone
superstite.
Ci sono quelli che hanno fretta o che hanno imparato a
guidare dai videogames e viaggiano attaccati al tuo paraurti posteriore,
esortandoti ad andare più veloce con gli abbaglianti ed altri tranquilli o
ancora addormentati che procedono ai venti all'ora, tanto che rischi di tamponarli,
almeno fino al primo incrocio o semaforo, perché lì comprendi che in realtà
hanno solo scoperto il moto rettilineo uniforme e viaggiano sempre a velocità
costante, anche quando si trovano davanti un pedone o un semaforo rosso.
Ci sono i furbi che, quando sei in cosa al semaforo,
s’infilano tagliandoti la strada, passando sulle zebre con la scusa che sono
juventini e che hanno l’abbonamento allo stadio.
Quelli che "le frecce sono quelle che usavano gli
Indiani d'America" e, nonostante auto da decine di migliaia di euro, non
sanno che anche le loro ne sono provviste e passano la vita a chiedersi a cosa
serva quella strana levetta che non aziona alcun tergicristallo o che non serve
a fare gli abbaglianti.
Quelli che pensano che il semaforo con la freccia a destra
sia un’autorizzazione illimitata a girare senza curarsi di chi arriva da
sinistra con il verde o ad asfaltare i pedoni che attraversano sulle strisce.
Alcuni hanno anche un punteggio a seconda della prestanza fisica del pedone
investito o sfiorato.
Quelli che copulano ai semafori o si mettono le dita nel
naso, convinti di non essere visti da nessuno, senza rendersi conto che i
finestrini delle loro auto sono trasparenti.
Quelli che tengono l’autoradio ad un volume talmente alto da
non sentire arrivare le ambulanze e risparmiano benzina, usando la propulsione
dei bassi delle casse gigantesche che piegano il pianale.
Quelli che hanno delle macchine costose e pensano che tutto
sia loro permesso perché sono ricchi o hanno il Suv che è ingombrante.
Quelli che guidano i furgoni o le bisarche: loro lo sanno
perché.
Infine quelli che girano a sinistra dal viale centrale,
bloccando tutto il traffico. Anche se a questi ultimi mi sento di concedere una
deroga in quanto come ben sa chi abita o guida a Torino, girare in macchina
nella nostra bella città a pianta quadrata non è così semplice come si potrebbe
pensare.
Ma chi l’ha fatta la viabilità? Appena oltrepassi il
cartello con la scritta "Torino" ed il cerchio stellato dell’Unione
Europea, devi già sapere perfettamente dove vuoi andare e quale strada
percorrere per arrivarci. Infatti in quel momento ti trovi davanti alla scelta
più difficile della tua vita: viale o controviale? Se sbagli, nella migliore
delle ipotesi, hai soltanto due scelte: commettere un'infrazione del codice
della strada e svoltare dove non potresti, oppure percorrere il viale fino alla
parte opposta di Torino e poi tornare indietro. Infatti se sbagli a prendere il
viale, potresti non avere più la possibilità di svoltare né a destra né a
sinistra e neppure di immetterti nel controviale, per km e km.
Adesso arriviamo a quelli che dalla macchina vogliono
scendere. Io mi rendo conto che, in alcune zone, parcheggiare decentemente sia
pressoché impossibile ma cerchiamo almeno di non fare dei sequestri di persona!
Nel mio quartiere non soffriamo di particolari problemi di
parcheggio ma non è che ce ne sia a volontà, perlomeno vicino alle abitazioni.
Adesso, io capisco, uno che debba scaricare la spesa o i bambini o la nonna
anziana, ma quelli che sparcheggiano e poi riparcheggiano dopo 50 metri in
seconda fila davanti al bar, non li capisco.
Poi arriva un altro che, nonostante la macchina parcheggiata
in seconda fila davanti al bar che occupa mezza carreggiata, si fermano,
bloccando del tutto il traffico per mettersi a chiacchierare con un amico. Dopo
essere stati sollecitati più volte con il clacson dagli automobilisti in coda,
ripartono, parcheggiano nel primo buco disponibile, solitamente in divieto o
lasciando la macchina storta e poi vanno a continuare la chiacchierata davanti
al bar.
Poi ci sono quelli che parcheggiano in seconda fila e vanno
a casa a mangiare, bevono e fanno la pennichella sul divano. Nel frattempo
qualcuno vorrebbe uscire dal parcheggio e inizia a suonare il clacson per
riuscire ad attirare l'attenzione del parcheggiatore folle. L'unico risultato
che ottiene è di essere insultato da tutto il quartiere, con gente che gli
grida dalle finestre di smettere di suonare perché da fastidio poi, dopo che
gli si è scaricata la batteria della macchina, scende il tipo che ha lasciato
per ore la macchina in seconda fila, ancora con gli occhi pieni di sonno, che
lo insulta a sua volta, dicendogli che non ha diritto di lamentarsi perché è
stato via solo un attimo.
Ma i vincitori in assoluto sono alcuni genitori che
accompagnano i bambini a scuola, solitamente muniti di station wagon o, meglio,
di SUV e letteralmente abbandonano la macchina dove capita, incuranti del fatto
che anche altri bambini frequentano la stessa scuola e i loro genitori
vorrebbero riuscire a parcheggiare in un posto decente, accompagnare i bambini
a scuola e poi allontanarsi. Ma c'è da capire che per la gente che vive in un
mondo a suo esclusivo uso e consumo, queste siano cose difficili da
comprendere.
E voi? A che categoria di automobilisti appartenete?
Un saluto,
alla prossima
Patrizia