Donne,
quest'anno l'articolo dell'8 marzo è arrivato in anticipo o potete considerarlo il mugugno di Capodanno, ma non se ne può più. Anzi diciamo che iniziamo l'anno con una bella polemica ma su un argomento frivolo.
Che vergogna! Abbiamo superato almeno tre volte la fine del mondo: nell'anno mille, nel duemila e ieri.
Eppure la condizione della donna non è cambiata poi molto.
Mi sono sentita insultata dalla pubblicità di un neanche poi tanto noto detergente intimo che passa in questi giorni e che illustra la percentuali delle donne che hanno fatto qualcosa che nella mente di quei pubblicitari misogini e sicuramente maschi è qualcosa di strano o straordinario.
Allora.
"22 donne su 100 hanno avuto più partner". Ecco. E quindi? Perché nelle pubblicità dei deodoranti per uomo ci sono dei gran fighi che se ne sbattono una diversa ogni sera e l'idea di una donna che ha più partner è strana? E poi quale sarebbe la cosa lodevole per una donna? Aver avuto più partner o no? E le vedove sono giustificate, come nella Bibbia, e fanno parte del 22% oppure no?
Bella idiozia, complimenti!
E poi c'è:
"98 donne su 100 hanno portato la taglia 38". Ma quando? Da piccole? Perché molte delle donne che conosco, me compresa, non hanno mai portato la taglia 38 e non la potranno mai portare a meno di un importante intervento chirurgico di riduzione dell'ossatura dei fianchi. Parlo di donne adulte, ovviamente.
Ma la cosa scandalosa e che ancora, giorno dopo giorno, debbano esaltare l'idea della donna magra, eterea, priva di sentimenti e di pulsioni. Perché è così che ci immagina una gran parte degli uomini che considera "donne" solo quelle magre, belle e che si sottomettono ai loro voleri. Donne il cui unico desiderio deve essere rendere felice il partner ed occuparsi della famiglia.
Uomini, pubblicitari: aprite gli occhi! Le donne sono persone, proprio come voi, anche se vi fa paura ammetterlo.
Io quasi quasi preferisco la ragazzina che, nella pubblicità, se la ghiaccia con un detergente al mentolo!
Ma per non fare solo lamentele: un plauso ai pubblicitari che hanno usato rispettivamente la ninna nanna cantata da Shirley Temple e la canzone "A Natale puoi". Dolcissime.
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